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Sushi

Come mangiare il sushi: consigli e curiosità

10/02/2023

Anche voi vi state chiedendo come si mangia il sushi? Ecco perché in questo articolo vi spiegheremo come mangiare il sushi correttamente per evitare di fare brutta figura al ristorante giapponese con amici a parenti. Per essere un buon commensale è bene anche tenere a mente i termini più importanti del sushi dizionario.

Ecco il galateo del sushi da tenere a mente durante un pranzo o una cena giapponese. Di seguito troverai alcuni consigli fondamentali da seguire alla lettera per sfatare alcuni miti come: mangiare il sushi con le mani è corretto? Ecco gli errori da non commettere assolutamente a tavola.

Mangiare il sushi con le mani non è reato

Si è portati a credere che l’unico modo corretto di mangiare il sushi sia quello di utilizzare le bacchette, ma non c’è niente di più sbagliato. Mangiare il sushi con le mani non è proibito dal galateo del sushi!

L’unica eccezione si ha nel caso in cui dobbiate mangiare il sashimi: lì la tradizione giapponese impone l’uso delle bacchette. A proposito, conoscete qual è la differenza tra sushi e sashimi?

Non dividere il sushi a metà

È considerata una grande mancanza di rispetto verso lo chef, che impiega le sue forze e la sua attenzione al fine di rendere il vostro sushi perfetto. Ci vuole molto tempo per modellare perfettamente il riso.

Non mischiare il Gari con il sushi

Il gari è un sottaceto che accompagna solitamente il sushi e il sashimi: si tratta di zenzero marinato in una soluzione di aceto, acqua e zucchero. Ha un sapore molto deciso ed è per questo usato tra una portata e l’altra al fine di ripulire la bocca dai sapori precedenti. Proprio per questo non è consigliabile mischiarlo con il sushi: perderete il suo vero sapore.

Non affogare il vostro sushi nella salsa di soia

Se volete rendere più saporito il vostro sushi fate pure, ma non privatevi del suo sapore unico! Il segreto è intingere il sushi dalla parte del pesce e mai da quella del riso, per poco tempo, il giusto necessario per insaporirlo senza stravolgerlo.

Non esagerare con il wasabi

Se il vostro nigiri arriva già condito con un po’ di wasabi fidatevi del nostro chef!

Prepara attentamente il vostro sushi, dosa bene tutti i sapori ed è il più adatto a bilanciare gli elementi.

Seguire il giusto ordine

Questa, più che una regola, è un consiglio per enfatizzare il sapore del sushi. In Giappone è tradizione iniziare con il sashimi, che come ben sappiamo non è vero e proprio sushi in quanto quest’ultimo dovrebbe essere composto sia da pesce che da riso mentre il sashimi consiste nella semplice fettina di pesce, per poi passare ai nigiri.

Non passare il sushi da bacchetta a bacchetta e non infilzarlo

La tradizione giapponese è piena di riti e cerimonie. Una di queste è quella che avviene al momento della cremazione: tutti i parenti raccolgono contemporaneamente i resti per riporli nell’urna. Da qui nasce l’esigenza di non prendere mai lo stesso pezzo di sushi contemporaneamente e di non passare il sushi da bacchetta a bacchetta, in quanto questo gesto ricorda molto il rituale del passaggio delle ossa.

Un’altra tradizione significativa in Giappone, è quella dell’Obon: si tratta di una cerimonia giapponese per ricordare e onorare i morti.

Nei 3 giorni dell’Obon vengono addobbate le case e i cimiteri con delle lanterne, per permettere ai morti di ‘tornare a casa’ dove li accoglieranno i parenti che li onoreranno dandogli anche del cibo, indovinate come? Esatto, infilzandolo: proprio per questo non è educato e non è di buon auspicio infilzare il sushi.

Riempire i bicchieri degli altri, ma mai il vostro

In Giappone è considerato maleducato il gesto di versarsi da bere da soli, al contrario bisogna versarlo ai propri commensali, i quali riempiranno poi il nostro bicchiere una volta vuoto. Ovviamente non sarete bloccati in un loop infinito in cui non si finirà mai di versarsi da bere: quando per voi sarà abbastanza basterà non lasciare completamente vuoto il vostro bicchiere.

Omakase

Se vi fidate ciecamente del vostro sushi maker, non avrete neanche bisogno di sforzarvi per ordinare, vi basterà una semplice parola: Omakase!

In italiano sarebbe il fatidico ‘fai tu’, che manderebbe in crisi qualsiasi chef, ma in Giappone è anche sinonimo di fiducia, che consente a voi di scoprire nuovi sapori, a volte fatti anche su misura, e allo chef di sbizzarrirsi con sapori e abbinamenti nuovi ed originali.

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Salsa di Soia

Come usare la salsa di soia

18/01/2023

La salsa di soia è prodotta e usata in molte cucine orientali, soprattutto in quella cinese, giapponese: pur avendo aspetto simile, le preparazioni locali sono specifiche e danno vita a condimenti di gusto, consistenza e fragranza differenti.

In Giappone la salsa di soia è fatta con grano, e quindi è generalmente più dolce di quella cinese, e ha un retrogusto alcolico che ricorda quello dello sherry. Tra le varietà più famose ricordiamo la Koikuchi, considerata la tipica salsa di soia giapponese, fatta con pari dose di soia e grano; la Usukuchi si prepara con l’amazake, un liquido dolce ottenuto dalla fermentazione del riso, ed è quindi più salata e con colore meno intenso rispetto alla koikuchi; la Tamari ha un maggior quantitativo di soia e quindi è più scura e aromatica (più vicina alla versione cinese); la Salsa Shiro ha un colore leggero e usa più grano che soia; la Saishikomi invece si produce con doppia fermentazione della koikuchi, e quindi è molto più scura e più fortemente

Come usare la salsa di soia in cucina

Andiamo adesso a scoprire le sue applicazioni pratiche in cucina, che sono principalmente di quattro tipologie. La salsa di soia può infatti essere utilizzata come:

  • Condimento singolo di varie pietanze (carni, pesce, pasta, sushi, sashimi, tofu e così via);
  • Dressing per insalate;
  • Preparazione di marinate, salse per insalata e altre salse (mantenendo un rapporto di 2:1 con altri condimenti);
  • Ingrediente di cottura, per preparare zuppe, minestre e ragù;
  • Base o componente per la preparazione di salse più particolari (come teriyaki o kabayaki), alle quali dona un gusto più piacevole.

Di solito, la salsa di soia viene servita all’interno di ciotole monoporzione di piccole dimensioni, soprattutto per servizi raffinati e per accompagnare finger food.

Gli utilizzi della salsa di soia come condimento

A un livello basico, la salsa di soia può essere utilizzata come alternativa all’aceto nel condimento di vari alimenti, sfruttando la similitudine di consistenza e colore. Essendo sapida, però, la salsa di soia in genere non richiede ulteriori aggiunte di sale, e quindi è sufficiente aggiungere alle nostre preparazioni – ad esempio verdure – semplicemente un velo di olio extravergine di oliva per avere un’esplosione di gusto.

Inoltre, la salsa di soia può caratterizzare in maniera decisa anche alcuni piatti tipici orientali, come il seitan o il cous cous, esaltandone gli aromi.

In genere, la proporzione consigliata è un cucchiaio di salsa di soia per ogni cucchiaio d’olio.

Come usare la salsa di soia in cottura

Questo ingrediente può essere usato anche per arricchire il gusto di primi o secondi piatti direttamente in cottura, così da infondere alle nostre ricette un marcato sapore esotico. Un classico esempio sono pezzi di pollo o tranci di tonno cotti nel wok e sfumati con salsa di soia su entrambi i lati, che darà una spinta

La salsa di soia, con un po’ di miele, può anche servire per glassare la carne: basta spennellare i tranci poco prima che abbia fine la cottura in forno per fare un arrosto di aspetto gustoso e maggiore croccantezza.

La salsa di soia usata nei dessert

L’utilizzo più sorprendente della salsa di soia è forse quello in abbinamento ai dessert, per creare un accostamento di sapori agrodolci che può conquistare i palati più raffinati. Un esempio è la crema al cioccolato aromatizzata alla salsa di soia (mescolata con un po’ di zucchero e cotta sul fuoco), ma questo condimento può impreziosire anche un dolce semplice (tipo pan di spagna o torta di carote) o essere usato per fare un budino al latte di soia.

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cucina del giappone

Perché la cucina del Giappone è considerata salutare

30/12/2021

Oltre al gusto e all’estetica, la cucina del Giappone vanta doti particolari che la rendono ottima per la salute, anzi, probabilmente una tra le più salutari al mondo. 

Considerata dal 2013 un Patrimonio dell’Umanità Unesco, la cucina del Giappone è un vera opera d’arte gastronomica ed estetica, le cui caratteristiche si addicono a chiunque desideri scegliere piatti ricchi di gusto senza tralasciare l’aspetto del benessere. 

Venite a scoprire le qualità dei piatti giapponesi da Miyama, il ristorante giapponese di Milano San Siro, dove ogni giorno lo chef propone specialità invitanti e curate in ogni minimo dettaglio.

Proponiamo menù personalizzati, degustazioni e consigli per la scelta, offrendo la possibilità di ordinare i piatti preferiti da consumare a casa con il servizio di delivery e di take away. 

Scopriamo ora insieme perché la cucina del Giappone è da considerarsi amica della salute e dell’armonia psicofisica. 

Cucina del Giappone: gusto, equilibrio e benessere

Le ragioni per cui la cucina del Giappone risulti particolarmente benefica per la natura sono diverse.

Una è costituita dalla quantità ridotta delle porzioni. Il bento, ad esempio, ovvero il lunch box giapponese, contiene una serie di piatti diversi in quantità limitata: una sorta di assaggi, abbinati per creare un perfetto mix di sapori e un pasto completo, ben assortito ed equilibrato sotto l’aspetto nutrizionale. 

Il pesce è uno degli ingredienti principali nella cucina del Giappone e, come sappiamo, è ricco di proteine, acidi grassi e altri preziosi elementi nutritivi, abbassa il colesterolo e protegge da molte patologie. 

Oltre al pesce, la cucina del Giappone è ricca di vegetali, e in particolare di alghe, che apportano grande beneficio a tutto l’organismo, inoltre molti piatti sono costituiti da riso, soia e spaghetti di grano saraceno. 

Anche le cotture sono molto leggere, perfino le fritture, molto diffuse, vengono preparate con una tecnica tale da essere digeribili e poco grasse. 

Abbondanza di tè verde

Il tè verde è un vero toccasana per la salute, ed è un a bevanda diffusissima nella cucina del Giappone anche come ingrediente, oltre ad essere gustata in ogni momento della giornata

Il tè verde è antiossidante e ricco di vitamine benefiche, insieme ai miso e alle prugne fermentate è uno degli elementi più benefici della gastronomia giapponese ed è consigliato a tutti per la sua azione depurativa e antiossidante. 

abbinamento dei vini

Abbinamento dei vini con le tradizionali specialità giapponesi

15/12/2021

L’abbinamento dei vini con le specialità giapponesi appare talvolta un po’ insolito, considerando la grande diffusione del sake, il tipico distillato di riso. Tuttavia la delicatezza e la raffinatezza di questa cucina si trovano in perfetta armonia anche con alcune tipologie di vino e di birra. 

La cucina giapponese tra gli ingredienti principali, include in prevalenza pesce crudo, oltre ad alghe, riso, soia, verdure e tè verde.

Si tratta, come sappiamo, di una cucina particolare, che riserva una notevole attenzione all’estetica e alla presentazione dei cibi in tavola e viene preparata con estrema accuratezza, tecniche particolari di taglio dei vari ingredienti e precisione nell’accostamento dei colori e delle forme. 

Come è facilmente intuibile, l’abbinamento dei vini con il cibo giapponese si riferisce quasi esclusivamente ai vini bianchi, poiché nella maggior parte dei casi le specialità giapponesi sono a base di riso e di pesce e, in ogni caso, rappresenta una scelta inedita e creativa. 

Il nostro ristorante giapponese a San Siro Milano invita gli ospiti a scoprire l’abbinamento dei vini o delle birre ideali, offrendo momenti di degustazione e un’ampia scelta per quanto riguarda il menù.

Siamo disponibili per offrire i nostri suggerimenti nella scelta del menù e nel relativo accostamento con vini e bevande adatti ad ogni singola portata. 

I piatti giapponesi e l’abbinamento dei vini

In realtà, l’abbinamento dei vini con le pietanze giapponesi è una tendenza piuttosto recente. In precedenza, la consuetudine era principalmente quella di bere il brodo della zuppa, sakè e più raramente birra.

Nel corso del tempo ,anche i gli chef giapponesi hanno iniziato ad affidarsi a qualche esperto di vino, soprattutto italiano, per creare gli abbinamenti migliori. 

Indicativamente, si può dire che con il sushi e il sashimi, si accostino vini bianchi piuttosto acidi, come il Sauvignon, oppure uno spumante classico di Franciacorta.

Con i piatti più saporiti e piccanti, ad esempio in presenza di salsa wasabi, è indicato un vino dall’aroma più marcato, come una Malvasia o un moscato. Per i piatti grigliati a base di carne, è consigliato invece l’abbinamento con vino rosso, quale può essere un Sangiovese.

Cosa è il sake e quando si beve

L’alternativa a vino o birra è il sake, la caratteristica bevanda giapponese, ottenuta dalla fermentazione del riso, con una gradazione alcolica pari a circa il 18%.

Il sake viene utilizzato spesso anche in molte ricette, soprattutto per le zuppe e in alcuni piatti a base di pesce o di carne. Negli ultimi anni si è comunque molto diffusa anche l’abitudine di accompagnare numerosi piatti alla classica birra giapponese. 

cucina giapponese

Cucina giapponese di tendenza: le specialità più note e curiose

29/08/2021

La cucina giapponese, come abbiamo detto più volte, è divenuta negli ultimi anni molto popolare, anche se, in realtà, molte persone alla gastronomia del Giappone associano principalmente il sushi.

Inoltre, occorre tenere conto che anche la purezza della cucina giapponese è stata contaminata con elementi di provenienze diverse, andando a creare specialità ibride, molto popolari sia in Giappone che nel mondo. 

Se desideri conoscere la cucina tradizionale del Giappone, il ristorante giapponese Miyama di Milano San Siro è a tua disposizione per proporti menù sfiziosi e invitanti, che puoi modificare a tuo piacimento, chiedendoci di aggiungere i tuoi ingredienti preferiti o di creare accostamenti insoliti e originali. 

Esistono anche molte specialità di street food giapponese ricche di gusto e perfette da provare durante una passeggiata. 

La cucina giapponese nelle abitudini degli italiani

Tutti conoscono il sushi, che si è trasformato negli ultimi anni in una moda diffusa in tutto il mondo.

In Italia, il sushi di tendenza del momento viene arricchito con fragole e formaggio fresco, e molti lo preferiscono sia alla cucina mediterranea che alla pizza.

Un’altra tendenza attualmente molto diffusa è il ramen, il brodo bollente con spaghetti e carne, un’ottima alternativa invernale ai classici cappelletti italiani. 

Molto gradito è anche il tempura, la classica frittura giapponese leggera e delicata, così come la pasta saltata e la zuppa di miso. 

Tuttavia, esistono anche molte specialità della cucina giapponese poco note, che meritano comunque di essere scoperte e provate. Sicuramente i baccelli di soia, dal gusto delicato, che, come gran parte delle specialità del Giappone, sono belli anche da vedere. 

Esiste anche una sorta di omelette giapponese, detta tamagoyaki, che si ottiene con uova, sale e un po’ di zucchero, girandola più volte durante la cottura per ottenere un delizioso retrogusto di bruciato.

Per chi ama la carne, gli yakitori sono squisiti spiedini di pollo, mentre il tonkatsu è una morbida cotoletta di maiale, piuttosto spessa e fritta. 

Per chi predilige lo street food, i sandwich giapponesi costituiscono sempre un’ottima scelta, non passano mai di moda e sono sempre graditi. Esistono numerose varianti per questo tipo di sandwich, ed è comunque un tipo di specialità che può essere personalizzata e reinterpretata all’infinito. 

dolci giapponesi

Dessert e dolci giapponesi: impariamo a conoscerli

14/08/2021

I dolci giapponesi sono molto diversi dai dessert occidentali ai quali siamo abituati. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di una pasticceria molto leggera, caratterizzata da una quasi totale assenza di zucchero.

Gli ingredienti principali dei dolci giapponesi sono vegetali, quali possono essere, ad esempio, riso, soia, fagioli rossi e tè verde, la preparazione prevede, secondo la filosofia giapponese, una grande attenzione alla forma e all’accostamento dei colori. 

Solitamente, i dolci giapponesi vengono serviti durante la cerimonia del tè. Il ristorante giapponese di Milano San Siro Miyama, ti propone degustazioni personalizzate della migliore gastronomia del Giappone: lasciati guidare dal nostro chef per provare i piatti tradizionali e innovativi e i dolci più invitanti e sfiziosi. 

Offriamo anche il servizio di delivery e di take away, per permetterti di creare l’atmosfera di una cena giapponese anche a casa. 

Gli ingredienti tipici dei dolci giapponesi

Tra gli ingredienti più caratteristici dei dolci giapponesi, si trova senza dubbio la frutta, talvolta anche sotto forma di marmellata o di composta dolce: ananas, pesche, ma anche ciliegie e mele. 

Per accompagnare il classico tè, vengono serviti spesso biscottini preparati con farina, zucchero e strutto o una sponge cake, ovvero una torta soffice il cui impasto, a base di farina, zucchero e amido, è molto simile a quello della torta paradiso. 

Per chi ama l’estetica e le scenografie originali e raffinate, i dolcetti più adatti sono i rakugan, preparati con riso, zucchero e coloranti alimentari, utilizzando stampi dalla forma di fiore o foglia.

Uno dei dolci giapponesi più legati alla tradizione è il dorayaki, una sorta di pancake ripieno di pasta di azuki, la cui forma, secondo la leggenda, si riferisce al gong dei samurai. 

Esistono inoltre una vasta gamma di dessert gelatinosi e colorati, costituiti da riso, pasta di fagioli, grano, tè verde e altri ingredienti che conferiscono a dolcetti e pasticcini colori e aromi particolari. 

Dessert e semifreddi al tè verde

Uno degli ingredienti caratteristici della pasticceria giapponese è senza dubbio il tè verde, ottimo soprattutto per preparare semifreddi e dessert dal gusto inconfondibile. In particolare, il gelato al tè verde è considerato uno dei dolci giapponesi storici, diffuso praticamente in tutto il paese. 

Servito oggi in tutte le pasticcerie, e disponibile anche confezionato, il gelato al tè verde era già noto e apprezzato in epoca imperiale. 

curry giapponese

Riso al curry giapponese: cos’è e come viene servito

15/07/2021

Pensare ad un tipo di curry giapponese può sembrare un po’ strano, considerando che questo rinomato mix di spezie è caratteristico soprattutto della cucina indiana e del Sud Est asiatico. Esiste invece una versione di curry che appartiene proprio alla gastronomia del Giappone, ed è molto simile, come consistenza, ad una salsa liquida. 

La preparazione della salsa curry giapponese è piuttosto complessa, occorrono inoltre molti ingredienti, che devono essere rigorosamente di ottima qualità. Ogni chef ha una sua propria variante, tuttavia la preparazione rimane del tutto simile: un mix di curry e di altre spezie che vengono aggiunte ad una sorta di stufato costituito da carne e verdure. 

La cottura avviene molto lentamente e al termine, in genere, il piatto si serve accompagnato da riso bianco. Di solito si utilizzano carni d manzo, sono comunque indicati anche pollo o maiale, secondo le proprie preferenze personali. 

Anche le verdure variano in relazione alle consuetudini dello chef, la base è comunque costituita da cipolle, carote e patate.

La salsa al curry, chiamata comunemente curry roux, è composta da un misto di curry, farina, olio e altre spezie, che possono essere modificate in relazione al gusto finale desiderato. 

In commercio si trovano preparati per il curry roux istantanei, in polvere, liofilizzati o sotto vuoto. Nella maggior parte dei casi, le spezie utilizzate sono curcuma, cumino, coriandolo, pepe, chiodi di garofano, anice, talvolta con l’aggiunta di altri aromi, dalla polvere di cacao all’alloro. 

Esistono moltissime varianti di curry, per la maggior parte legate alle tradizioni locali, la salsa al curry, come abbiamo detto, viene accompagnata di solito da riso bianco giapponese, a grani piccoli e corti. 

Come si serve il riso al curry roux giapponese

Il riso al curry giapponese è un piatto tradizionale e diffuso in tutto il paese, dal gusto intenso e piuttosto diverso dalla versione indiana, e consiste, appunto, in un abbinamento tra riso bianco e curry roux, ovvero lo stufato di verdure e salsa al curry. 

Il modo in cui viene presentato varia in base alla zona di provenienza e alle preferenze dello chef, normalmente lo stufato di curry non viene consumato con le classiche bacchette ma con il cucchiaio, a causa della consistenza semiliquida. 

Onigiri Giapponesi

Cucina giapponese: quale tipo di riso va usato per piatti autentici

17/06/2019

Nella cucina giapponese, per realizzare piatti autentici un occhio di riguardo va posto alla scelta del riso.

Il riso nella cucina giapponese rappresenta un elemento fondamentale per realizzare molte pietanze.

Esistono diverse tipologie di questo cereale particolarmente amato dai Giapponesi, pertanto per ogni singolo piatto occorrerà utilizzare il giusto ingrediente.

Ma qual è la varietà di riso migliore per realizzare un sushi di tutto rispetto?

Iniziamo immediatamente col dire che occorre utilizzare una varietà di chicco tondeggiante e panciuto che tenga alla perfezione la cottura e la giusta quantità di amido. Per garantire un’alta qualità della pietanza, il miglior riso da usare è quello della varietà ‘’Originario’’ proveniente dalle saline sarde.

Riso Originario: un po’ di storia

Il riso in Giappone ricopre un’importanza di tutto rispetto perché è considerato l’alimento base per eccellenza.

Si coltiva e si consuma da 7.000 anni nel Paese orientale mentre in Italia, da “soli” 500 anni.

Gli egiziani e gli ebrei non conoscevano il riso, molto probabilmente Alessandro Magno lo aveva introdotto in Grecia, e poi gli altri popoli, come gli arabi o i veneziani lo importarono in Italia, ma nulla è certo. Quello che si sa è che nella cultura occidentale il riso comincia ad essere utilizzato soltanto nel I secolo A.C come spezia, soltanto più tardi si introduce come alimento vero e proprio.

Esistono diverse varietà di riso: originario o comune, fino e superfino. La differenza tra queste tipologie riguarda l’amido che è rilasciato in cottura e il diverso tempo di cottura. Alla luce di quanto detto dunque, ogni preparazione ha un riso specifico.

Tipologie di riso utilizzate nella cucina Giapponese

 Ecco quali sono le tipologie di riso che fanno parte della tradizione Giapponese e che molti ristoranti nipponici ancora oggi utilizzano per poter preparare le loro pietanze:

  • Per un sushi autentico, il riso Originario è proprio quello che occorre, in quanto i chicchi sono piccoli, tondeggianti e poco fini;
  • Per le ricette saltate, particolarmente apprezzato è il riso Basmati;
  • Per preparare insalate, minestre, il riso Venere rappresenta il binomio perfetto per conferire alle pietanze un sapore unico e autentico. Si presenta integrale e dal colore scuro ricco di svariate proprietà.

Preparare piatti unici e originali è un’arte, e come ogni arte che si rispetti, occorre che ci sia uno chef altamente preparato e specializzato nel settore. alla guida di un buon ristorante. Miyama offre tutto questo.